Se di Inception non avete capito un gran che, non allarmatevi, il problema non siete voi, ma lo sceneggiatore-produttore-regista britannico Christopher Nolan, che sa bene come fare quattrini sfruttando la tecnologia e una manciata di vecchie idee, confuse abbastanza da sembrare buone.
Idea numero uno: se ficco lo spettatore in un labirinto, di sicuro si diverte e, fin tanto che è tutto preso nel ritrovare il senso dell'orientamento, hai voglia a mostrare cazzate!
Idea numero due: se parlo di mente posso dire quello che voglio, tanto nessuno finora ci ha capito molto. Il labirinto, infatti, non è reale ma è ricreato nel sonno attraverso l'attività onirica. I personaggi che lo spettatore è costretto a seguire si muovono quindi nei meandri di mondi "alternativi" creati da speciali architetti dei sogni. Un architetto del sogno e vari tizi, possono condividere il sogno di uno, se collegati tutti quanti in parallelo da misteriosi fili trasparenti che escono dalla più classica delle valigette metallizzate, praticamente onnipresente in ogni action-trhiller che si rispetti. In quest'orgia onirica, l'architetto crea lo scenario e l'inconscio di uno lo popola con le sue proiezioni, mentre gli altri si muovono al suo interno, esattamente come noi ci muoviamo nella realtà. Serpeggia il dubbio: la realtà è reale o stiamo vivendo nel sogno di qualcun'altro, più abile di noi nel creare mondi? Basta verificare cioè morire: se muoio e mi risveglio allora era un sogno; se muoio per davvero invece era reale. Ma nel sogno posso riportare in vita una persona morta come proiezione del mio subconscio e questo può confondere un casino. Benvenuti nel labirinto, faremo una gran confusione tra sonno-veglia-vita-morte e il divertimento è assicurato.
Nel complesso la "Christopher Nolan's Theory of Consciousness" ci dice che la mente è una cipolla: è strutturata a strati, ma soprattutto fa piangere tanto è deludente. Si può accedere a strati più profondi attraverso sonni più profondi, con buona pace di chi nei secoli ha tentato di stimolare il risveglio delle coscienze. La CNTC taglia corto mostrando come il terzo livello (quello in cui sarebbe possibile affettuare l'innesto di un'idea nella mente di un altro) si può raggiungere solo se pesantemente sedati, per la gioia dell'industria farmaceutica. Sì, ma cosa c'è ai vari livelli? E all'ultimo livello? Ovviamente più si scende e più si va verso il putrido, il rimosso, il censurato, il vergognoso, l'inaccettabile e via dicendo.
Idea numero tre: il chiodo fisso. Chi non ce l'ha? Gira gira, chi più chi meno, siamo tutti principesse sul pisello. Leonardo Di Caprio, ha il suo chiodo fisso (il senso di colpa per aver innestato nella testa della moglie l'idea che la porta al suicidio), sua moglie ha il suo (custodito in cassaforte e trafugato dal marito per impiantarne un altro), un altro tizio che sta lì solo per complicare la trama pure (il rapporto col padre), il regista pure (fare quattrini) e da ieri sera pure noi (venire a capo di questo film).
Idea numero quattro: quando non so più dove andare a parare improvviso e lo dico pure chiaro e tondo così lo spettatore si intenerisce. Il finale è moscio, come un risveglio sonnolento con la bocca impastata. A un certo punto, quando la tensione è ancora alta e sono passate due ore e mezza di vita reale e lo spettatore si aspetta chissà che, il film si smonta, come l'albume a neve lasciato troppo a lungo, come un canotto forato, come un uomo che perda all'improvviso l'erezione.
Il minimo che possiamo augurarci è un lungo profondo rigenerante sonno senza sogni.

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