Dopo aver individuato le radici della crisi attuale (caratterizzata da alta entropia, quindi destrutturazione sociale ed ecologica, dissipazione energetica, individualismo, materialismo, ipercinesi, immigrazione clandestina, aumento della tossicomania e del suicidio giovanile, diffusione dell'omosessualita -???- etc.) nella rivoluzione industriale e soprattutto nel '68, anno d'inizio dell' "età dello smarrimento culturale [...] allorché si è trascorsi alla pratica di massa di una libertà libidinale", gli Autori eleggono uguaglianza, sviluppo e benessere materiale a idee-forza del processo degenerativo in atto. "La democrazia industriale è il sistema politico a più alto tasso di entropia istituzionale". Tra le "alternative all'irruzione del caos" la storia racconta di svariati esperimenti di deriva totalitaria (comunismo, nazismo, fascismo) che avrebbero solo aggravato la crisi, perché sarebbero riusciti meglio della democrazia a spingere lo sviluppo produttivo.
La soluzione? Per farla breve (è meglio sedersi): spingere la decrescita (e fin qui già Pallante ci aveva guidati), recuperare il "modello della famiglia borghese", che sarebbe niente meno che "il più alto prodotto selettivo di funzionalità del gruppo primario", e poi (tenersi forte) "ridimensionare la razionalità e la libertà umana" e (se non basta) fondare un ecogiusnaturalismo, che sembra una parolaccia, ma è solo un'utopia fondata sull'erronea credenza nell'esistenza di una "norma cellulare", di "regole di base della natura viva", di un "ordine finalistico e coerente della vita", di un "oggettivo cardine razionale-naturale".
Insomma, per il sistema sociale viene proposta la "concreta immediata necessità di convergere con il finalismo omeostatico della biosfera: esigenza di una conservatività [proibizionista] che coerentemente impone sul piano politico consolidamento e stabilità di istituzioni nazionali e internazionali atte ad assicurare una difesa totale".
Va bene la decrescita, ma tutto il resto fino al ridimensionamento della libertà (quindi creatività) umana in vista di una "responsabile autolimitazione conservativa" ci sembra quasi un insulto all'intelligenza umana e di sicuro è una sterzata a destra che a noi, tifosi dell'ecocentrismo, poco aggrada.
La democrazia degli erranti e la coerenza eco-biologica
Aldo Sacchetti, Lamberto Sacchetti
Guaraldi - 1996
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