Fonte: Google immagini |
In una domenica pomeriggio qualunque ho trovato e perso il gelato più buono di tutta la mia vita.
[Il tema di Love Story potrebbe essere la colonna sonora ideale di questo post]
In un istante sono schizzata a diverse migliaia di chilometri dal suolo, su di un'orbita di cremosa avvolgente lascivia, per poi precipitare nel vuoto di senso, prima di realizzare quello che mi stava succedendo. Trovato e perso nel giro di pochi minuti, quando meno me l'aspettavo, in un luogo di passaggio sulla via del ritorno a Roma. Forse potete capire come ci si sente!
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In un istante sono schizzata a diverse migliaia di chilometri dal suolo, su di un'orbita di cremosa avvolgente lascivia, per poi precipitare nel vuoto di senso, prima di realizzare quello che mi stava succedendo. Trovato e perso nel giro di pochi minuti, quando meno me l'aspettavo, in un luogo di passaggio sulla via del ritorno a Roma. Forse potete capire come ci si sente!
Per evitare espressioni gonfiate dall’entusiasmo del momento - la solita esagerata, qualcuno avrà pensato, come no - ho lasciato decantare qualche giorno il mio giudizio a caldo: delizioso al primo cucchiaino, davvero stupefacente al secondo, per arrivare a il gelato più buono di tutta la mia vita prima di aver ripulito la coppetta. Così, a svariati giorni di distanza, sono sempre più convinta di aver mangiato il gelato più buono di tutta la mia vita, un vero gelato, un gelato senza trucco e senza inganno e non acqua e aria conciate ad arte e colorate. Ecco quello che ti spacciano oggigiorno per gelato, novantanove volte su cento.
Ho assaggiato solo due gusti - nocciola e pistacchio - della decina circa che propongono in questa stagione, tutte creme, a parte il limone. Per il gelato alla frutta (fresca), mi spiega la gelataia, la materia prima scarseggia e, se non si vogliono usare i semilavorati o i preparati o le polverine magiche, il desiderio di gelato alla pesca o al melone deve attendere momenti migliori. Viva l’onestà.
Dopo essere finita in orbita, ho girato attorno alla Terra per un po’, galleggiando soavemente in totale sintonia con le energie cosmiche; poi, planando morbidamente attraverso gli strati inferiori, ho continuato per un po' a sorvolare le vette del piacere e dell’appagamento dei sensi; ma a un certo punto, sono letteralmente precipitata nella disperazione.
Sono finita. Non l'avessi mai trovato...
E ora?
Dovrò appagare il desiderio con una sporca imitazione? Dovrò astenermi fino a tornare da "lui"?
Ah, non vi ho detto dove: Gelateria Medioevo, v. G. Matteotti, 138-140, Todi (Pg).
Un racconto molto interessante. Perchè non realizzi un cortometraggio e lo invii a qualcuno?
RispondiEliminaMami
Buona idea: tempo e volenterosi collaboratori permettendo, tutto si può fare. Un'altra idea in attesa di...
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