...affacciarsi, imporsi, rubare tempo al resto, realizzarsi, farsi racconto, trovare un confronto, maturare, riprodursi come conigli, o essere accantonate, farsi da parte, fare posto a nuove idee in attesa di...

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giovedì 8 settembre 2011

Treasure Hunt: the hidden travelogue

Languono i ricordi delle ultime 2 tappe della Roma-Putignano in bici, ma non avendo un altro cicloviaggio in programma nel breve termine me la sto prendendo comoda.
Nel frattempo, a conferma del fatto che c'è chi quaglia poco e chi invece si dà decisamente da fare, mi è arrivata da uno di voi una (bellissimaaa) sorpresa, giusto ieri. Un vero tesoro nascosto tra le pieghe di questo piccolo blog.

Fonte: Google Immagini

Di cosa si tratta?
E' l'istintiva, generosa e profonda testimonianza a caldo (!!!) della inenarrabile cicloavventura di uno di voi: il giro del lago Volta in Ghana. Grazieee! Ho un puntina di invidia, ma sommersa da un oceano di felicità per aver potuto condividere l'esperienza tramite il racconto.

Di seguito ho pensato di proporvi alcune mappe utili per chi come me non ha particolare dimestichezza con la toponomastica africana.













Dove trovate il racconto?
Andate nel mio post del 30 giugno 2011 (http://ilblogdibio.blogspot.com/2011/06/10-roma-putignano-in-bici-in-giro-con.html) e cercate tra i commenti...

Buona lettura/avventura a tutti!

12 commenti:

  1. Ciao, Bio. Grazie delle belle parole e della delicata felicità che ti ho procurato. Ricordati che il vero tesoro è quello che vive dentro noi...noi possiamo solo raccontare i notri viaggi e tutto il bello che ci capita. Ma ricordiamoci la sofferenza delle persone che ho incontrato un sorriso un abbraccio...sentirsi amati attraverso un gesto per loro è VITA!
    La cena cinese è andata bene...un bel sottofondo di musica...Brahms i leader e un buon bicchiere di Chianti mi hanno fatto compagnia...insieme al mio cane. Merhaba ve okşamak yüzünüzü

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  2. Eccomi di nuovo qua. Come promesso voglio raccontare l'esperienza della bella ed antica corsa che si svolge non lontano da me, nelle colline del Chianti.L'EROICA. Deve dire che l'Eroico incomincia l'avventura due giorni prima, quando arrivano tre coppie di amici invitati per la gara (Svezia-Svizzera-italia) Mi sono diviso tra cuoco/cameriere/faccendiere ecc. ma sempre con molta felicità. Siete pronti?

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  3. Gaiole in Chianti – “Luciano? Luciano?”. “No, io sono Stefano”. “Luciano?”. “Eccomi, sono qui, mi era scesa la catena. “Con questo buio ci siamo persi”. La mattina è ancora nera e nasconde il viale di cipressi della salita di Brolio, il primo tratto sterrato dell’Eroica. Solo queste voci rompono il rumore dei fiati, delle catene e delle gomme che scricchiolano sui sassi.

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  4. Partiti dalla piazzetta di Gaiole in Chianti alle cinque in punto, con un’aria che dire fresca è poco. I dieci chilometri che separano il via da questo primo tratto sembrano interminabili. Le luci montate per l’occasione brillano ancora forte con le batterie cariche al massimo. Già mentre ci avvicinavamo al raduno per il foglio firma, la campagna brulicava di queste lucine tremolanti. Da dietro le curve, dagli alberi, dagli strappi…piovevano luci dappertutto.
    Dal foglio firma, così, libero su una tovaglia di carta da trattoria, ci si mette in fila per la firma e partire.

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  5. La prima discesa è la più difficile, al buio, lungo un’erta che non si sa se due metri più in là gira a destra o a sinistra. Dall’odore si percepisce solo che scende tra i vigneti, quelli del Chianti, che qualche chilometro più avanti innaffieranno il viaggio polveroso. Il gallo si sente cantare da lontano. Nella cascina sul colle, il sole incomincia a schiarire il cielo che si fa prima grigio e poi azzurro intenso. Sarà una giornata calda.
    Tutti, anche le ragazze che non pedalano, si sono intonate all’ambiente interpretando alla grande lo scenario di Gaiole. Intanto l’Eroica va. Noi nuovi pionieri ci sfoghiamo. I tratti sterrati si attendono con impazienza.

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  6. A Radda in Chianti, uno dei comuni che ha accolto calorosamente la carovana è festa grande. Un mega ristoro con vino, formaggio, salumi, cioccolato, bruschetta, pane con zucchero e vino…è preso d’assalto. Si passa per la piazzetta tra gli abitanti e i turisti della domenica. E lì una pattuglia militare fa timbrare, per la prima volta dopo il via.
    A mezzogiorno il caldo si fa sentire e Gaiole è ormai (o ancora) lontana. “Cento e più chilometri alle spalle e cento da fare…” diceva una canzone di Enrico Ruggeri. Ed è proprio così. E in questi cento chilometri da fare ci sono due tratti duri e lunghi. Quello di Asciano e quello di Monte Sante Marie. Dalle verdi colline a Nord di Siena, il paesaggio si è fatto più brullo con le crete senesi che cingolano San Quirico e Pienza.

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  7. I Campi arati e il riverbero fortissimo della polvere fanno il resto. Adesso braccia e gambe non smettono di tremolare neanche quando si pedala sull’asfalto. Il collo? Non ne parliamo. E il peggio deve venire. Che spettacolo l’Eroica!
    Nei momenti di calma, tra un corridore e l’altro, si sente solo il vento e qualche lontano abbaiare di cani. Dalle colline si vedono i ciclisti piccoli come formiche inseguiti dal pennacchio di polvere. La mente balza ai filmati in bianco e nero di Bartali e Coppi. E si capisce perché il ciclismo era così popolare. Partire ed arrivare, era l’obbiettivo, ancor più primario della vittoria.

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  8. Qualche chilometro dopo aver imboccato lo sterrato di Asciano, il manubrio di un ragazzo fa crac. La sua maglia della Faema cade a terra. Purtroppo per lui Gaiole non arriverà sotto le sue ruote, almeno stavolta.
    La strada scorre e arrivano i momenti più attesi e più temuti: il ristoro all’ingresso di Monte Sante Marie e i suoi strappi. La ribollita sul paiolo bolle che è una bellezza, il vino e l’acqua scorrono a fiumi. Prima ci si bagna le labbra inaridite dalla terra e dal sole, poi si fa il pieno di cibo, e poi ci si butta all’ombra dei cipressi o delle acacie a bordo strada. Bisogna recuperare senza esagerare troppo con la ribollita, altrimenti in salita si farà sentire. Ma non è mica facile…è troppo buona!

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  9. Si riparte…e dopo poco dietro una curva troviamo il primo muro di Monte Sante Marie. Chi ha i rapporti di una volta o addirittura il cambio a bacchetta è costretto a scendere. A farsela a piedi, infatti, sono in tanti.
    Per di più la fatica adesso è tanta davvero, questi macigni di 13-14 e persino 18kg si fanno sentire. Alla fine però, dopo oltre un’ora di lotta per fare sette km, la vetta del Sante Marie è conquistata e la strada per Gaiole si fa più semplice. C’è da tenere duro, ma la carta di viaggio con l’ultimo timbro stampato, si può quasi stringere tra le mani.

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  10. All’arrivo la festa impazza. La bottiglia di Chianti che danno ai finisher, molti (compreso io) si apre per brindare con gli amici. Tanta gioia, tanta polvere, tanta stanchezza. La levataccia. La forchetta che trema tra le dita con i nervi stremati dalle vibrazioni…Gli alberi e la loro ombra sono miraggio dove addormentarsi, non prima di aver spento il cellulare, pensando ai ricordi da riportare a casa e condividere con gli amici.

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  11. Tra pochi giorni parto per la Cina (Hong Kong) per un matrimonio di un mio amico...magari continuo la mia ricerca...kayıp aşk!

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  12. Davvero strabiliante. Grazie del racconto!

    Gaiole in Chianti, Radda in Chianti... sono nomi che mi riportano a due vite fa, quando correvo le mediofondo del circuito Master Tricolore. Niente a che vedere con l'Eroica, naturalmente, che, invece, non ho mai nemmeno sognato di fare, perché non mi sono mai reputata all'altezza.

    Quanto alla tua imminente partenza per l'Estremo Oriente, non posso che augurarti un'altra fantastica avventura, caro il mio Indiana Jones - se posso affettuosamente ribattezzarti così.

    Qualunque sia l'oggetto della tua ricerca, lo benedico e ti invito a continuare a condividere con noi un po' di storia di questa tua vita/ricerca.

    A presto.

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