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Ci sono case che non sai di avere finché non le scopri. |
Tanto in discesa quanto in salita, Simone riusciva comunque a seminarmi. Quando lo raggiunsi, all'incrocio in cui sboccava la discesa che dal centro storico di Fiuggi portava a Fiuggi-fonte, era riuscito non solo a fermarsi e a chiedere informazioni, ma anche a farsi rimorchiare da una rossa. "Venite, venite con me, seguitemi!" e già lo trascinava chissà dove, con quella ferrea gentilezza che non ammette dinieghi tipica dei muli. Quando fui abbastanza vicina da permettere a me stessa di mettere a fuoco la situazione ed alla donna di rimorchiare pure me, ebbi giusto una manciata di istanti per intuire con chi avevo a che fare prima di ritrovarmi nel giardino di un'abitazione privata: una signora matura, over 75 a giudicare dalle rughe, dalla pienezza caviglie e dalla location, ma under 21 quanto a vitalità, linea, taglio dei capelli, corto e rosso; il suo accento calabrese si notava giusto un attimo prima della vivacità dello sguardo; il suo nome, Sina, diminutivo di Teresina, lo avrei memorizzato un po' di tempo dopo. La scalata di Acuto non era passata senza conseguenze sui miei neuroni.
"Permesso? ... Buonasera". Sina ci faceva strada. Una donna bionda ed un uomo corpulento sedevano all'ombra del gelso nella calma di quello che aveva appena smesso di essere un afoso pomeriggio estivo infestato dalle zanzare come tanti. La nostra cortese cicerona ci introdusse alle sue due conoscenze con la dimestichezza con cui si trattano gli amici di vecchia data: fece le presentazioni da padrona di casa quale non era e ci mise a nostro completo agio, tralasciando lei stessa e facendo dimenticare a tutti, alla signorina Agnese padrona di casa e al signor Francesco amico di vecchia data di Agnese nonché uomo di casa, e perfino a noi, il fatto di essere solo due tizi sudati e puzzolenti, incrociati nei venti metri di tragitto supermercato-casa.
Ma è proprio questo il bello della bicicletta: è l'unico mezzo di trasporto meccanico che ti mette in relazione all'ambiente, ti connette invece che separarti da quello. Sina è stata solo la prima di una serie di persone - che definirei speciali se non fossero state a dire il vero normalissime - che si sono avvicinate incuriosite o a cui mi sono avvicinata io e che mi hanno aiutata, chi in un modo chi nell'altro, ad arrivare dove volevo: è agli altri, molto più che a me stessa, che devo la riuscita dell'impresa. Nessuna modestia, è la grande rivelazione del viaggio e ve la svelo subito così chi vuole può direttamente tornare ai propri impegni, certo di non essersi perso nulla: sembra un paradosso ma il viaggio per vedere cosa c'è tra Roma e Putignano non l'ho fatto io, l'hanno fatto gli altri. E mentre l'Italia lavorava per me e mi si svelava generosamente, io mi limitavo a:
1) far girare i pedali;
2) sudare;
3) cercare fontanelle;
4) sorridere al vento e mangiare moschini;
5) chiedere indicazioni stradali;
6) parlare quando possibile - con quella foga logorroica che mi prende tutte le volte che un argomento mi sta particolarmente a cuore - di quanto è bello girare i pedali sotto il sole, quanto è efficiente il sistema di sudorazione umano, quanto appaga la doccia alla fontanella nel giardino pubblico, come sono proteici i moschini, come sono generosi gli italiani nel dare informazioni.
Tra chi, più o meno consapevolmente, in questa prima tappa si è adoperato per spianarmi la strada vorrei ricordare e condividere con voi l'impresa di:
- la signora della ferramenta per la scrematura delle centinaia di alberghi di Fiuggi (distribuiti un palazzo sì e uno no, con picchi di uno sì e l'altro pure) e la segnalazione di un paio di strutture ricettive con numero di "stalle" in linea con lo spirito spartano del mio viaggio;
- la signora del minimarket che mi ha tirato giù la crema solare (ebbene sì, c'era addirittura qualcosa che avevo dimenticato di portare) dall'ultimo ripiano di uno scaffale alto fino al soffitto;
- Simone che dopo avermi restituito il mio bagaglio ha contribuito ad alleggerirlo ulteriormente riportando indietro in treno a Roma oggetti ex-indispensabili riclassificati senza rimorsi come orpelli indegni di gravare sulle tappe successive;
- Sina e Agnese che mi hanno fatta sentire a casa, offerto una doccia per ridiventare umana, un filo per stendere il bucato a mano, un letto a due piazze per la notte e quattro chiacchiere rilassanti davanti alla tv prima di coricarmi;
- Francesco per aver assicurato il mio ciclo-bolide sotto chiave e avermi indicato dove mangiare, togliendomi dall'imbarazzo di dover fare la conta;
- la cuoca del ristorante "la Casareccia" che ha acceso i fornelli per me - da quando il turismo termale di massa è in caduta libera ormai lavora solo con i gruppi organizzati in visita a Roma e quel giorno non aveva ospiti - preparando una bistecca come piace a me, talmente al sangue che ci avrei chiacchierato piacevolmente se non avessi avuto troppa fame, servita con contorni vari e in abbondanza, per un costo ragionevole di 18 euro;
- il cameriere che si è mostrato sinceramente incuriosito al mio "caso";
- i centomila miliardi di cellule del mio corpo che, mentre beatamente dormivo, hanno lavorato alacremente per compiere il miracolo: rimettermi in condizione di pedalare non appena fosse giunta l'alba.
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Gli altri siamo noi
E per finire, un breve riepilogo delle informazioni tecniche:
Data: 16/07/2010Tappa 1a: Roma – FiuggiKm percorsi: 81,69Ora partenza/arrivo: 7:30 / 17:00Budget: € 21.50Itinerario: v. PrenestinaZagarolo – Palestrina – Cave – Serrone – Acuto – Fiuggi
Prima di chiedere informazioni stradali mi auguro che tu ti sia tolta i moschini finiti tra i denti mentre sorridevi al vento
RispondiEliminama... il tuffo trash anni '80 con Tozzi in finale di post? vuoi farci credere che hai percorso questa prima tappa con questa musica in cuffia? Tanto sappiamo che non avevi l'ipod e che a te basta ascoltare il rumore della natura del vento e del cuore che batte e che ti dice "Fermati a riposare un po'!"
RispondiEliminaComunque, non puoi già svelare alla quinta puntata "la grande rivelazione del viaggio", va contro tutte le regole narrative della suspence!!!
RispondiEliminaInfatti non avevo ipod e con tutta la buona volontà non credo sarei andata lontana con "Gli altri siamo noi" in cuffia se anche l'avessi avuto! Ma quanto mi piace regalarvi una perla anti-depressiva dei magnifici anni '80!
RispondiEliminaQuanto alla "rivelazione", al diavolo le regole "tanto prima o poi..." come dice Tozzi "...gli altri siamo noi" [e solo lui sa quello che dice]