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mercoledì 30 maggio 2012

Appunti di una coesistenza sovversiva 2. Bambini "speciali"

Fonte: Google Immagini

A poche ore dalla seconda ecografia, che (pur restando ben lungi dall'eliminare le mille incognite di questa coesistenza) promette di rivelarci qualche dettaglio morfologico su quello che è diventato fino a questo punto il misterioso esserino che nuota nella mia pancia, mi sorprendo a riflettere sugli strani parallelismi tra la mia attesa e quella di un'amica, campionessa di entusiasmo, che da un po' più di tempo rispetto a me è "incinta" di un figlio da adottare e proprio di questi tempi sta facendo i conti con una questione morfologica decisamente delicata.

Dopo essere stata costretta ad abbandonare le paludi di una burocrazia nemica e ad abortire l'idea di una certa bimba indiana, già amata in foto, ha iniziato a concepire il progetto di accogliere una bambina armena che potrebbe essere assegnata ad una famiglia in tempi relativamente più rapidi, anche perché trattasi di una bambina "speciale". Ognuno a suo modo è speciale, soprattutto per chi lo ama. Ma qui l'aggettivo si riferisce ad alcune serie conseguenze oggettive sulla normale funzionalità della persona, causate dai difetti nella forma di entrambe le manine, che presentano malformazioni ad alcune dita. In particolare, l'assenza di un dito in una mano è irrimediabile, ma nell'altra la fusione di due dita è probabilmente risolvibile con un intervento.

Sono dettagli non trascurabili. Quali adattamenti la piccola metterà in atto per sopperire a quel dito in meno rispetto ai normali? Quanto saprà essere speciale? Quanto devono riuscire ad essere speciali i genitori biologici o adottivi di un bambino speciale? Credo sia un percorso avventuroso che valga la pena percorrere.

E tra poco tocca a noi: chissà cosa ci rivelerà l'ecografia morfologica... Non so come faccio ad essere così calma pensando a tutto quello che potrebbe venir fuori. Forse perché credo di poter accettare qualunque cosa in questo momento. E non credo si tratti di un'illusione neuroendocrina.

Nel momento in cui mi sono rifiutata di fare l'amniocentesi ho abbracciato la convinzione di voler vivere questa esperienza di maternità al di là di ogni certezza, abbracciando tutta l'imprevedibilità della vita. Incoscienza? Coraggio? Per me era solo l'unica scelta con cui avrei potuto convivere nel tempo.

Intanto la terra trema nell'Italia del Nord, quasi ininterrottamente, dal 20 Maggio. E gli edifici umani continuano a crollare.

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