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sabato 11 giugno 2011

9. Roma-Putignano in bici. Altro lago, altra sosta

"Operazione lago pulito": una vera chicca, che ho scoperto qualche giorno fa.



In un soleado 25 Aprile 2010, una task force della Protezione Civile di Benevento fa up and down per ripulire le sponde del lago di Telese, scovando, tra i rifiuti accumulatisi in vent'anni di totale incuria, messaggi nella bottiglia e mappe del tesoro. Era da quando andava alle elementari lui, ai tempi in cui la scuola serviva ancora a qualcosa, che non si faceva pulizia, confessa l'assessore alla protezione civile del Comune di Telese.

Ma se per pulire ci sono voluti due decenni, passando per non so quanti assessorati presieduti da somari, quanto credete ci voglia per sporcare di nuovo?


Capitai giusto da quelle parti a nemmeno tre mesi dalla "Operazione Lago Pulito" e il lago era già sporco. Era così sporco che si poteva scommettere stesse accumulando rifiuti indisturbato dai tempi dell'invenzione della plastica. Allo sporco aggiungete la stanchezza, la fame e il dolorino al tendine di Achille destro. Mettete in conto anche la discreta mole di aspettative, alimentate dalla bella esperienza vissuta il giorno prima sulle sponde immacolate del Lago del Fibreno. Il risultato fu che il lago di Telese finì per sembrarmi peggio di quanto credo sia, in realtà. Come se non bastasse, minacciava di piovere. Dopo mangiato, mi distesi. Il posto era in leggera pendenza e scelsi di dispormi con la testa verso il basso, per drenare un po' di stanchezza dalle gambe. Avevo da poco chiuso gli occhi, quando passò una coppietta. Il ragazzo non si trattenne dall'ammonirmi:

- Hei! Vedi di non addormentarti in quel modo: è pericoloso dormire a testa in giù!

L'argomento avrebbe meritato forse un approfondimento, se non altro per la serietà del tono con cui era stato proclamato e per il fatto che dietro l'apparenza della bufala avrebbe potuto esserci del vero, ma non ero nello stato d'animo adatto per addentrarmi nei dettagli. Quando si erano allontanati da un po', non solo rinunciai ad addormentarmi, ma decisi che ne avevo abbastanza di quel posto indegno e degradato, popolato da gente sporca e arrogante, buona solo a dispensare sentenze. Sistemai tutto in borsa, salii sui pedali e ritornai sui miei passi, verso Telese, per cercare un posto dove passare la notte.

Thanks to http://animalphotos.info/a/2007/12/16/fruit-bat-resting-in-tree-with-folded-wings/

- Nooo, nun 'nce stanno beddenbreakfàst 'cca.

Nino, sedicente vigile urbano, era pronto a deludere le mie aspettative. Lo interrogai, mentre era sul cancello di casa, in versione domenicale: camicia rosa e forbice da pota.

- Come no?! Ne è sicuro?
- Ntz! Nun 'nce stanno, sienteme a mme.
- Non è possibile. Non ci sono affittacamere? 
- Nooo, nun 'nce sta niente.
- Possibile? Ad Alife mi avevano detto che avrei trovato facilmente da dormire.
- Ma che ne sanno? A me devi sentire: in sto paes ce stanno due hotèl solamente. Posso offrirti un bicchiere d'acqua? Entra un attimo. Tiengo n'amico mio che forse s'affitta 'na camera, mo gli faccio uno squillo. Per me potevi pure dormire 'cca, ma ce sta mia moglie, mo sta a lavoro, ma stasera torna e chi la sente quella se ti trova 'cca!

Conclusi tra me e me che prima sarei andata via da Telese e meglio sarebbe stato per tutti. Mi congedai da Nino subito dopo aver fatto il pieno d'acqua. Andai a chiedere il prezzo delle camere ai due hotel vicini alle terme, non tanto per sapere se potevo permettermeli, quanto per confermare a me stessa, calpestandone i pesanti tappeti siglati, che in realtà non era quello che cercavo. Era giunto il momento di sfoderare il mio asso nella manica. Guadagnata una delle tante panchine vuote, nel desolato centro del paese, tirai fuori il telefonino e la lista di bed and breakfast ed agriturismi preparata prima di partire, scegliendo un campione di località sparse lungo la direttrice del mio spostamento.

Ne trovai uno solo papabile considerato il mio stato, ovvero l'unico a una distanza ragionevole da Telese: l'agriturismo Marchese, in località Massa di Faicchio, ai piedi del Parco Regionale del Matese. Una voce di donna mi confermò che c'era disponibilità sia di pernottare che di cenare: partii immediatamente. Mi volatilizzai, tanto ero carica di rinnovata speranza. Furono i cinque chilometri in salita più brevi della mia vita, tanto era il sollievo di allontanarmi da quella fonte di negatività. Il pensiero volò per un istante a Nino e alla sua indiscutibile buona fede, quando mi accorsi che, lungo la strada, i cartelli di agriturismo e bed and breakfast non si contavano: c'era solo l'imbarazzo della scelta.

Quando arrivai nell'azienda agrituristica Marchese, aveva da poco iniziato a piovere. C'era un intero clan, ben tre generazioni, all'opera per i "botti finali" di un banchetto di compleanno. Nel giro di pochi minuti l'epicentro dell'attenzione generale si spostò dal generoso albicocco del piazzale all'alieno "essere cicluto" appena atterrato da chissà quale pianeta: senza accorgermene mi ritrovai a dispensare, come albicocche mature, le mie teorie sulla durezza delle statali e sulla morbidezza della viabilità minore, premendo fiduciosa, intanto, sulla caviglia dissidente, una borsa del ghiaccio approntata dalla mia ospite con tempismo da E.R. L'insperato calore con cui fui accolta, nonché la mole di informazioni stradali dettagliate che potei raccogliere e comporre finalmente in un'immagine chiara e tonda di percorso per l'indomani, mi costrinsero a ritoccare pesantemente il frettoloso giudizio sulla gente campana che avevo fino a quel momento abbozzato. La cena fu deliziosa e abbondante; la conclusi con una piacevole chiacchierata e mi ritirai presto in camera, dove mi aspettavano un impacco di zenzero per la caviglia e un letto a due piazze per tutto il resto.

Mi sfioravano appena alcuni legittimi dubbi. Che cosa mi avrebbe riservato la notte? Una guarigione insperata o la precoce conclusione del viaggio? Quale sorte mi aspettava al risveglio? La prognosi era riservata e l'equipe medica al mio seguito (interamente contenuta nella mia testa) non si sarebbe pronunciata prima di aver superato la notte.


Terza tappa: Atina (Fr) - Massa di Faicchio (Bn)


Scheda della tappa:

Data: 18/07/2010
Tappa 3a: Atina - Massa di Faicchio (Bn)
Km percorsi: 112,5
Ora partenza/arrivo: 6:15 / 16:40
Budget: € 34.00
Itinerario: Atina Cassino SS 6 (Casilina) fino a Taverna S. Felicesvolta a sinistra per Presenzano svolta a destra lasciando a sinistra Presenzano località le Tavernole svolta a sinistra all'ingresso di Vairano ponte sul Volturno località Quattroventi SS 158Alife Telese Lago di TeleseMassa di F.

3 commenti:

  1. Simpatico il vigile . Fa onore al corpo dei vigili. MEno male che ti sei fatta coraggio e ti sei spostata. A volte basta spostarsi di poco o incappare in altre persone e tutto cambia radicalmente e anche se un posto non e' cosi' entusiasmante lo puo' diventare grazie all'accoglienza della sua gente
    Tetraus

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  2. Vero, svoltato l'angolo non sai mai che vento tira: cambiano "scene" e "storie", "posti" e "persone", "luoghi" e "legami", i primi che inevitabilmente sconfinano negli altri.
    Quanto al valore della gentilezza e dell'accoglienza lo considero inestimabile e di gran lunga superiore alla bellezza naturale: quest'ultima è una dote, la gentilezza è una scelta, è in essa il vero merito.

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  3. La gentilezza e l'accoglienza sono dei valori importanti e come tali difficili da trovare, odio la strafottenza e l'arroganza spesso insita in persone deboli e banali

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