...affacciarsi, imporsi, rubare tempo al resto, realizzarsi, farsi racconto, trovare un confronto, maturare, riprodursi come conigli, o essere accantonate, farsi da parte, fare posto a nuove idee in attesa di...

Il blog di Bio è su BlogItalia.it

BlogItalia - La directory italiana dei blog

lunedì 21 marzo 2011

3. Roma-Putignano in bici. Falsa partenza

Alla vigilia della partenza ero pronta a partire. Almeno così credevo.

Sulla questione "equipaggiamento" mi figuravo di stipare lo stretto indispensabile in due piccole borse da agganciare al portapacchi più uno zaino; speravo così di ridurre al minimo il rischio di piantarmi ai piedi dell'appennino causa zavorra. Scartai l'idea di fare una "prova generale bagagli" come uno dei miei soliti eccessi di pignoleria, ma una vocina appena percettibile di tanto in tanto mi ricordava che stavo prendendo la questione troppo alla leggera, che avrei fatto meglio a comprare delle borse più grandi per non rimpiangere di non poter portare attrezzi indispensabili. Riuscivo ancora a dormire la notte, ma l'attività onirica si era fatta impegnativa.

Un paio di giorni prima di partire, invece, le mie potenzialità di carico si ampliarono di colpo, ma quanto ancora ero lontana dal vederlo come uno svantaggio!  Un'amica ciclomane, la portentosa Valeria - leggiadria e vigore in un unico corpo - si era offerta di prestarmi il suo kit tecnico composto da tre capienti borse da bici, reduci niente meno che dalla Ciclovia del Danubio. Le notti tornarono a farsi riposanti. Ma la sera prima della partenza, lo "stretto indispensabile" che, sparso sul letto mi sembrava poca roba, non impiegò molto a richiedere ulteriori tagli, quindi a tendere le borse quasi fino a scoppiare. Le operazioni di chiusura e carico delle borse sul portapacchi si completarono non senza intoppi intorno alle 22. Non fu la notte più serena della mia vita.


L'indomani, pronta per uscire, feci per spostare la bici, ma non si muoveva: era piantata al pavimento come un tronco. Con la forza della disperazione riuscii a trascinarla, le ruote che invece che girare strisciavano sul marmo, fino all'ascensore, poi giù nell'ingresso, quindi fuori dal portone. Solo quando provai a mettermi alla giuda presi piena coscienza del fatto che, con la bici in quelle condizioni, mi sarebbe stato impossibile pedalare.

Riportai i macigni di sopra, per tentare di alleggerirli. Il tempo scorreva. Come facevo a rinunciare a cose che, avendo superato un numero significativo di selezioni, erano rientrate nel novero dell' "indispensabile"? Il kit di attrezzi per i guasti meccanici, i saponi, i capi di ricambio, i succhi di mirtillo, gli avocado, la frutta secca, il mio pane, lo zenzero signori miei! Ero pronta per attraversare il deserto. Chiaramente serviva tempo per riaprire il concorso, rifare le classifiche, gli spareggi, i ripescaggi, le finali. Così andò a finire che ridiscesi con qualche grammo in meno, alleggerita dell'asciugameno del bidè e del telo pic-nic, salii sui pedali e, visto che le ruote chissà come giravano, mi misi in moto, senza preoccuparmi del fatto che, pedalando a stento in pianura, non appena l'inclinazione si sarebbe fatta leggermente sfavorevole, non avrei potuto fare altro che cominciare a piangere.

2 commenti:

  1. Per affrontare e superare questa impresa bisogna avere tanta determinazione,mettersi in gioco, trovarsi nella condizione temporale giusta e sfruttare l’opportunità,porsi l’obiettivo di
    potercela fare senza ripensamenti anche se si presentano delle difficoltà.
    Non tutte le persone riescono ad essere determinate fino in fondo,tu dimostri di avere questa qualità.

    RispondiElimina
  2. Può darsi, non so ... più semplicemente mi succede che quando mi innamoro di un'idea le vado dietro finché non mi dice sì... e poi a voler essere franchi ho anche pensato che in qualunque momento avrei potuto prendere un treno...

    RispondiElimina