...affacciarsi, imporsi, rubare tempo al resto, realizzarsi, farsi racconto, trovare un confronto, maturare, riprodursi come conigli, o essere accantonate, farsi da parte, fare posto a nuove idee in attesa di...

Il blog di Bio è su BlogItalia.it

BlogItalia - La directory italiana dei blog

martedì 8 marzo 2011

1. Roma-Putignano in bici. Antefatto

Erano i primi giorni di Luglio del 2010. Mi preparavo a compiere una piccola impresa che avrebbe potuto essere degna di nota; la stessa che oggi mi preparo a ripercorre in me con qualcuno di voi, sentendo che è giunta l'ora di annotare non solo il "degno" di quell'impresa, ma anche l' "indegno": Roma-Putignano in bici in solitaria, pedalando in largo per lo stivale, per un tempo e un ammontare di chilometri indefinito, lungo uno degli infiniti itinerari possibili tra due punti nello spazio, e solo per vedere cosa c'è tra la città che mi ha adottata dal 1997 e il paese che nel 1977 mi ha dato i natali.

Cosa mi ero persa in dodici anni di corse notturne pre-natalizie, pre-pasquali e circum-ferragostane? Cosa nascondevano le notti al di là del finestrino della corriera Marozzi? Mirabella non era per caso qualcosa di più di una labirintica stazione di servizio? C'era qualcos'altro a Grottaminarda oltre al parcheggio automezzi, dimesso teatro del cerimoniale del cambio di autista? Sentivo che c'era e volevo scoprirlo e avevo giusto il tempo per farlo, cioè tutto il tempo che mi sarebbe servito, con un unico piccolo limite temporale: mia madre.
Cosa avrei potuto fare per impedire a mia madre di sprecare energie nel vano tentativo di dissuadermi? Sentendomi incapace di tenerla all'oscuro di tutto, decisi di non dirle nulla fino all'alba della partenza, il punto di non ritorno. Sapevo che da quel momento in avanti lei non solo non avrebbe chiuso occhio al pensiero di sapermi per strada, ma avrebbe cominciato ad aspettarmi ritta immobile nello stesso punto dove sette giorni dopo l'avrei trovata, là sulla soglia di casa con le mani sui fianchi, la testa oscillante, ad accogliermi con quello sguardo tra il rassegnato e l'incredulo, come a dire: "Ma dove diavolo ho sbagliato con te?"
Mio padre, invece, uomo riservato e razionale, oltre che aperto sostenitore del modello educativo "Sbagliando si Impara" era stato il primo a sapere, anzi non esagero nel dire che lo aveva saputo prima di me. Gli avevo sottoposto l'idea nuda e cruda, così come mi era saltata in testa una mattina, per testarne la fattibilità: "Papi, vengo a trovarti tra pochi giorni, ma scendo in bici quindi ci metterò un po' più di tempo rispetto al solito". Il punto è che se mio padre ritiene una cosa possibile allora significa che lo è; a quel punto valeva la pena di cominciare a ragionarci sopra seriamente.
Il ragionamento ha richiesto in tutto pochissimi giorni, alcuni piccoli ritocchi alla mia Specialized degli anni '90 comprata usata, l'acquisto di due carte stradali Touring Club 1:200 000 e un paio di consulenze col mio mentore, il grande ciclomane Simone Ceccobelli, durante le quali mi ha aiutata ad immaginare possibili esiti della mia impresa divergenti dal concetto di "successo", che a suo avviso avevo già perfettamente a fuoco, tra cui per citarne solo alcuni: la classica caduta con fracassamento del cranio, il colpo di sole letale o la disidratazione fulminante, l'essere spappolata da un Tir o sbranata dai cani in una landa appenninica desolata, senza contare l'essere rapita con richiesta di  riscatto, istigata alla prostituzione, i miei organi svenduti su un bancarella in Cina, gli scarti sciolti nell'acido dalla camorra, e finire nei telegiornali e in prima serata a "Chi l'ha visto?" io che odio la TV.
Insomma, alla vigilia della partenza ero pronta a partire, o almeno credevo di esserlo. E qui finisce l'antefatto e comincia il viaggio vero e proprio che comincerò a raccontarvi.

Ma prima, una riflessione. Considerando quanto tempo è passato prima che mi decidessi a mettere in fila le idee su questo viaggio c'è da rallegrarsi: nemmeno un anno! Da dove è uscita tanta improvvisa risolutezza? Quale sprone ha potuto compiere tale miracolo? Da lustri e decenni mi trascino pigramente i ricordi di esperienze il cui potenziale di ispirazione e riflessione langue sotterrato dalla pila degli impegni quotidiani. Poi un giorno arriva la voglia di fare un viaggio che non solo preme per essere fatto e riesce a realizzarsi nel giro di pochi giorni dal concepimento dell'idea grazie alla disoccupazione, ma riesce anche a farsi storia, racconto di viaggio! C'è da ben sperare. Buon viaggio a chi mi seguirà.

1 commento:

  1. I "possibili esiti dell'impresa divergenti dal concetto di successo" sono davvero uno spasso. La cosa incredibile è che non sono bastati a dissuaderti dall'idea del viaggio...

    RispondiElimina